Difficile raccontare una storia d’amore, soprattutto se chi lo fa l’ha vista nascere, crescere ed esplodere da dentro.

Se lo ricordano in tanti, ai primi test atletici all’Augusto Magli di Molinella: Fede, dopo il primo giro a freno a mano tirato, staccava tutti ad un ritmo impressionante, arrivando in fondo fresco come una rosa.

Ma è solo una delle caratteristiche che hanno permesso a Lanzi di competere in questa lunga cavalcata: due promozioni (dalla D alla C Gold), il periodo più fulgido di coach Baiocchi, da cui è stato voluto e coccolato; capitano rossoblù dal 2017, ha affrontato infortuni e recuperi con la voglia di chi non ha mai accarezzato la comoda idea di fermarsi, tenendo la testa alta e la barra dritta soprattutto nei momenti di difficoltà.

Ci dice molto il modo in cui un giocatore affronta i momenti problematici della propria carriera, e se ci basiamo sulle risposte che negli anni ci ha dato Fede, beh, dovremmo essere orgogliosi di lui: 116 presenze e 869 punti, Lanzi entra di diritto nella nostra personalissima bacheca dei molinellesi acquisiti.

Sì, perchè sappiamo quanto sia dura venirci, qui: la distanza, il clima, i ritorni complicati nei gelidi inverni nebbiosi; ma siamo un po’ vanesiamente orgogliosi quando qualcuno, da qui, fa fatica ad andarsene, perchè ci ha lasciato il cuore.

Fede è proprio una di quelle persone: sincere, solide, seriamente attaccate al contesto e non solo alle disponibilità – e non si parla solo del lato economico.

Quello che abbiamo creato, è anche per merito di persone come Lanzi, che hanno vestito i nostri colori con dedizione e impegno, ritrovandosi quella canotta tatuata addosso.

Siamo sentimentali, sì, ma ce lo perdonerete, perchè fare pallacanestro (non solo) ad un certo livello vuol dire abituarsi agli addii, alle strade che si separano dopo aver dato tutto; vuol dire capire e comprendere la necessità di cambiare, di trovare nuovi stimoli, di inseguire il proprio sentiero di vita.

Lo abbiamo imparato, lo sappiamo, e provare queste sensazioni quando qualcuno ci lascia (sportivamente) fa anche un pizzico di piacere: vuol dire che c’è stato qualcosa di forte, di non banale, che regge – e reggerà – il racconto di che cos’è Molinella non solo nella pallacanestro, per il semplice fatto di averne contribuito a formare l’identità.

Tutto questo per dire che a Fede vogliamo bene tutti, che lo abbiamo imparato a conoscere negli anni; lo abbiamo visto cadere e rialzarsi, più voglioso di prima, più determinato a entrare nella storia della nostra piccola società.

Missione compiuta, si potrebbe dire, e non solo per quello che sul campo si è vinto con lui, ma anche (e soprattutto) per le emozioni che solo un capitano coraggioso come Lanzi sapeva esprimere con un gesto, un’esultanza, un borbottante silenzio.

Abbiamo conservato tutto di questa lunga avventura, sapendo che prima o poi sarebbe arrivato il momento.

Non c’è un presto o un tardi: c’è solo l’adesso; un adesso che è stratificazione di ricordi intensa e composita, compatta nella sua unicità, risultato unico e irripetibile delle esperienze avute insieme.

E sappi che, Fede, non ci scorderemo niente di tutto questo.

In bocca al lupo per il tuo futuro: nonostante la distanza, il clima e i ritorni complicati nei gelidi inverni nebbiosi, Molinella resterà sempre casa tua.

Arrivederci, capitano.

 

Molinella Media Staff