Abbiamo voluto intervistare il più piccolo del gruppo, il classe 99’ Simone Spisni.
Simone, nonché soprannominato “Justin” dai compagni di squadra, è guardia con il #4 sulle spalle, fisso in prima squadra e nell’Under 20 molinellese.
Di recente ha collezionato qualche minuto in C Silver e di conseguenza messo a referto qualche punto, pagando la scelta di coach Baiocchi di dargli spazio e minuti, necessari per confrontarsi con una serie che sul livello fisico sa essere parecchio intransigente.
In Under 20 – invece – è allenato da Giuseppe Calandriello, e l’impatto è notevole: 15 punti di media a partita in altrettanti minuti giocati.
Ciao Simone, anzi Justin, abbiamo deciso di intervistarti perché rappresenti il giocatore che molti ragazzi – più piccoli di te – vorrebbero essere, il momento in cui si è a cavallo fra giovanili e serie maggiori.
Iniziamo con la solita domanda di rito che si farebbe a qualsiasi Under: come ci si sente a far parte di un gruppo così unito come quello di quest’anno, nonostante tu sia il più piccolo e quindi il “maltrattato” under?
S: Ahah, maltrattato no dai, non voglio definire così la posizione degli Under. Comunque quest’anno si, il gruppo è molto unito, ognuno ha e svolge il proprio ruolo sia in campo che negli spogliatoi. Con i regaz mi trovo davvero bene, mi insegnano sempre cose nuove che mi aiutano a giocarmela sia in C che in Under 20.
Com’è nato il nome Justin? Chi ha avuto l’idea di chiamarti così?
S: La storia del nome Justin risale all’anno scorso e ormai è diventata una leggenda. Un giorno andai ad allenamento vestito con una maglietta viola, pantalone rosso e scarpe fluo. Appena entrato negli spogliatoi sia Fede (Lanzi) che Quaio iniziarono a prendermi in giro, arrivando fino al soprannome Justin, che ora non mi tolgo più di dosso.
Hai un punto di riferimento in squadra, qualcuno da cui prender spunto ed ispirarti?
S: Sì, Ranzolin. In allenamento, durante le partitelle, giochiamo sempre contro e mi tocca marcarlo. Dico “mi tocca” perché ha dei movimenti che sono immarcabili e ogni volta lo prendo in quel posto (passatemi il termine). È un gran giocatore e motivatore, mi spinge sempre a dare il massimo.
Tu giochi anche in U20, di conseguenza hai due squadre, doppia seduta di allenamenti, doppie partite ecc. Come riesci a conciliare studio e sport? Vuoi dare qualche consiglio alle nuove leve della pallacanestro Molinella?
S: Conciliare Under 20 e prima squadra è una cosa che faccio da due anni e quindi ho imparato ad organizzarmi. Diciamo che bisogna fare qualche sacrificio, perché spesso le partite o gli allenamenti si sovrappongono agli impegni con gli amici o comunque extra-scolastici.
La mia è stata una SCELTA di vita, quindi ero consapevole sin da subito di tutto questo.
La pallacanestro è uno sport che non bisogna abbandonare per qualche sacrificio, perché li merita tutti.
Nell’Under 20 sei invece uno dei più grandi e di conseguenza con più esperienza.
Si sente il carico di responsabilità sulle spalle, dovendo dare il buon esempio al resto del gruppo più piccolo e più inesperto?
S: In Under 20, complice anche il ruolo da capitano che ho, cerco sempre di dare l’esempio e portare i miei compagni di squadra ad assumere un atteggiamento di serietà sia in partita che in allenamento. Più che un peso, è un ruolo che penso sia utile perché mi da l’opportunità di trasmettere al gruppo ciò che apprendo dalla prima squadra.
Come abbiamo già detto, giocando in due squadre, hai due allenatori, Baio e Beppe. Come sono i loro metodi di lavoro? Come ti trovi?
S: Sono due allenatori con cui mi trovo molto bene. I metodi sono differenti per via della differenza di categoria.
Baio è l’allenatore che mi allena da più tempo e mi trovo molto bene. Sin dall’inizio, mi ha sempre fatto capire quali siano le scelte giuste da fare e capire con quale mentalità bisogna affrontare le partite. Ho imparato molto e la maggior parte delle cose che so, le devo lui.
Beppe invece è il primo anno che mi allena. Devo dire che ho un gran rapporto con lui e anche il suo metodo mi piace. Anche da lui, essendo stato un giocatore prima di diventare allenatore, apprendo sempre cose nuove e utili nel mio campionato ma anche in prima squadra.
Ultima domanda, Simone, forse la più significativa in quanto dimostra l’unione del gruppo di C Silver.
Abbiamo notato dalle stories di Instagram che in squadra siete molto bravi a giocare – questo lo stiamo notando anche dalla classifica -, ma siete molto bravi pure nel post allenamento del mercoledì con le classiche “paste”. Fino a questo momento quali sono state le migliori paste che hai mangiato? Quale chef ti ha deliziato di più?
S: Questa non è facile. Il livello, rispetto all’anno passato, è salito di un bel po’ e ogni mercoledì è sempre un piacere andare ad allenamento. Prima di designare lo chef migliore bisogna assolutamente ringraziare Checco (Tommaso Checcoli), perché è stato lui a dare il via a tutto ciò, portando la pasta panna e salsiccia.
Comunque, ritornando a noi, lo chef che ho gradito di più è stato Simo (Turrini) con le sue polpette. Devo dire che erano davvero buone.
Abbiamo finito, grazie mille Simo, è stato un piacere, ci vediamo sul campo.
S: Grazie a voi, anche per me è stato un piacere. Forza Molinella!
Molinella Media Staff