Ci sono rapporti che nascono e si sviluppano nel tempo, si consolidano fino alla maturazione completa, dove consapevolezza e desiderio di conoscere si fondono e si aggregano, arrivando a formare un complesso equilibrio umano fra persone diverse, con storie diverse e velleità diverse.Abbiamo chiesto a Simo, Baio e Bullo di raccontarsi e raccontarci di questo Molinella: come squadra, come ambiente, come famiglia e come società; gli abbiamo chiesto come lavorano, perchè lo fanno e cosa spinge – anno dopo anno –  a tornare sempre qui, con più voglia ed entusiasmo di prima.

 

Neanche il tempo di festeggiare la salvezza che già si ricomincia: che sensazione è? 

Simo: Devo dire che il tempo c’è stato eccome, ed è stato fondamentale per eliminare le scorie della passata stagione: azzerare per poter ripartire, con una ritrovata voglia ed entusiasmo.

Baio: Veramente di mezzo c’è stata un’estate molto intensa , ma si riparte con grande entusiasmo come sempre.

Bullo: Non nascondo che sono arrivato alla fine dello scorso campionato mentalmente stanco. È stato sicuramente un anno complesso, ma la voglia di riscatto è tanta, e sinceramente non vedevo l’ora di iniziare una nuova stagione.

 

Riconfermati in blocco: come si lavora nello staff?

Simo: Molto, molto bene! Ruoli e compiti chiari, sia nella preparazione degli allenamenti (e nella loro esecuzione) sia nella preparazione della partita. Poi parliamo e ci confrontiamo tantissimo, ci sentiamo tutti i giorni e condividiamo quasi tutte le info…vero Bullo?!?

Baio: Per me Simo e Bullo sono fondamentali: con il loro lavoro e affiatamento, collaboriamo, cresciamo e miglioriamo insieme cercando di far tesoro di ogni esperienza che abbiamo vissuto insieme.

Bullo: Ormai dopo quattro anni ci conosciamo alla perfezione: i ruoli sono ben definiti e l’entusiasmo è quello del primo giorno; ogni anno cerchiamo di fare tesoro dell’annata appena conclusa per aggiungere qualche miglioramento al nostro lavoro. Si lavora per obiettivi: miglioramento individuale unito al miglioramento collettivo, senza sottovalutare uno studio attento dell’avversario.

 

Sergenti di ferro o amici dei giocatori? O nessuno dei due?

Simo: Direi rapporto umano! Non credo che tra adulti serva un generale tedesco, basta conoscere il proprio ruolo all’interno dei 28 metri. Noi ci prendiamo la responsabilità di certe scelte, e ci mettiamo la faccia, mentre i ragazzi hanno il dovere di provarci. Siamo sempre pronti ad ascoltare e confrontarci per il miglioramento collettivo. 

Baio: Non mi sono mai posto questo problema, sono me stesso e vivo questo ruolo sapendo bene quali sono le mie responsabilità. Cerco di avere un rapporto molto onesto e diretto coi ragazzi, poi ovviamente non tutti sono uguali, e non sempre si ottengono gli stessi risultati.

Bullo: Quando si è in palestra il rispetto dei ruoli è fondamentale, per questo si lavora seriamente e si scherza poco. Fuori dal campo penso che sia molto importante fare gruppo, e personalmente (in questi anni a Molinella) ho avuto la fortuna di conoscere persone speciali che ancora oggi a distanza di anni frequento. 

 

Ancora Molinella, sempre Molinella: cosa ci trovate in questa città?

Simo: Devo dire che Molinella come città la conosco poco, ci passo già talmente tante ore in palestra che quando esco non vedo l’ora di tornare a casa 🙂

A parte le battute, c’è passione, senso di appartenenza alla comunità e questo si percepisce dal primo giorno che entri in palestra.

Baio: con 5 anni da giocatore e 6 da allenatore credo (coi fatti) di aver dimostrato che mi trovo bene, qui. Penso che l’accoglienza e il senso di appartenenza siano valori importanti che ho trovato venendo qua

Bullo:  Se non sbaglio, questo dovrebbe essere il mio diciottesimo anno a Molinella: dalle giovanili alla prima squadra, finendo con il nuovo ruolo di assistente. Posso assicurare che l’entusiasmo è quello del primo giorno, e la cosa che più mi lega a questi colori sono le persone incontrate in questo percorso: con tante è nata un amicizia.

 

Non è facile tenere in piedi delle strutture complesse come una società sportiva, secondo voi cosa si fa a Molinella di così speciale per durare nel tempo? 

Simo: Si cerca di essere professionali. Si prendono degli impegni e si rispettano. C’è tanta gente che, solo per passione, si sta impegnando in questa società; sicuramente commettono e commetteranno ancora degli errori, ma nessuno di questi è dovuto a mancanza di impegno.
Baio: Intanto bisogna guardare avanti e organizzarsi per durare ancora molto. C’è tanta passione , organizzazione, disponibilità e perché no anche competenza, altrimenti oggi faremmo discorsi diversi.
Bullo: Penso sia fondamentale l’entusiasmo e la disponibilità di tutte le persone che gravitano attorno alle squadre giovanili e alla prima squadra. Dirigenti, accompagnatori, custode fino ad arrivare ai Baraonda. È grazie al supporto di tutte queste persone che gli staff possono lavorare al meglio.

Parliamo della squadra: 8/11 nuovi. Messaggio forte, serviva cambiare così tanto?

Simo: Decisamente sì. Con la salvezza dello scorso anno si è concluso un ciclo. Era necessario trovare nuovi stimoli, non è semplice giocare a Molinella: mediamente i ragazzi (ma anche noi dello staff) si fanno 30/40 km per venire ad allenamento, se non sei super motivato alla lunga diventa difficile rimanere “sul pezzo”.

Baio: Sì, serviva. Eravamo arrivati alla fine di un ciclo, ed era giusto provare ad iniziarne un altro. Abbiamo abbassato l’età media della squadra di 10 anni, e da qui proviamo a ripartire.

Bullo: Cambiamento determinato da tanti fattori. Della squadra dell’anno scorso qualcuno ha smesso per motivi lavorativi o di studio, altri – per esigenze familiari – hanno scelto di fermarsi o cercavano un impegno minore. A giugno, confrontandoci con il nostro direttore sportivo Serio, e facendo tesoro dell’esperienza maturata nel campionato appena concluso, abbiamo deciso di puntare su giocatori di talento con esperienza in categoria, anche se ancora giovani.

Lanzi capitano, Frazzoni intero e dall’inizio, Zuccheri in recupero: cosa vi danno i “vecchi” da avervi convinto a ripartire da loro?

Simo: Come detto prima, le motivazioni. Tutti e tre sono molto motivati, e da questi primi allenamenti si vede. Hanno portato i nuovi dentro la realtà rossoblu, stanno spiegando cosa significa giocare davanti a 200 persone tutte le sere. Poi sicuramente nella loro riconferma hanno influito anche le caratteristiche, sia tecniche che comportamentali, che ben si sposavano con la nuova linea molinellese.

Baio: Sono ragazzi di cui mi fido, che conosco bene,  e che hanno dimostrato di avere ancora voglia di stare qui con noi. Non sono stati loro a dovermi convincere, piuttosto io a chiedergli di rimanere.

Bullo: Per prima cosa ci tengo a dire che sono tre ragazzi super, sempre positivi, con una parola per qualsiasi compagno. Sono ragazzi che hanno capito cosa significa giocare a Molinella, e a loro spetta il compito di facilitare l’inserimento dei nuovi arrivati. Tecnicamente, poi, non si discutono; Fede (Lanzi) è un esempio per tutti, non si risparmia mai, ed è un giocatore molto duttile: tutte le volte che entra in campo ha la capacità di dare energia a tutta la squadra. Frazzo, invece, conosce la categoria, ed è un play di lettura come ormai ce ne sono pochi e finalmente quest’anno parte dall’inizio senza problemi fisici. Piero sta recuperando dall’infortunio al ginocchio dello scorso anno: speriamo di riaverlo in gruppo verso metà novembre, perchè la sua energia sotto le plance sarà di grande aiuto nella seconda parte di stagione.

L’anno scorso si è patita l’assenza di lunghi di ruolo in un campionato fisicamente provante. Quest’anno sono arrivati Regazzi e Capobianco: problema risolto?

Simo: Speriamo di sì! Sono due giocatori abbastanza simili, lavorano tanto per la squadra e hanno punti nelle mani. La verità è che deve funzionare la squadra; bisogna far arrivare la palla vicino a canestro o creare un vantaggio per i lunghi, solo così saranno efficaci e coinvolti.

Baio: Rega e Capo sono giocatori complementari, che possono anche giocare insieme. Li sto scoprendo allenamento dopo allenamento, e sono convinto che loro (come tutti gli altri) ci daranno una grossa mano.

Bullo: È stata fatta una scelta diversa rispetto alla scorsa stagione, quando vicino ad un centro di ruolo avevamo tre giocatori che potevamo adattarsi a giocare interni. Quest’anno, invece, abbiamo puntato su due ragazzi che interpretano il ruolo di centro in modo diverso: Regazzi fa della potenza fisica la sua dote migliore, mentre Capobianco è sicuramente un lungo dinamico; entrambi, inoltre, hanno punti nelle mani e grande applicazione difensiva. 

 

 

La batteria di esterni sprizza talento, genio e anche sregolatezza: cosa lasciare libero sul campo? Cosa tenere a freno? 

Simo: In attacco abbiamo giochi con diverse letture, proprio per permettere ai ragazzi di scegliersi la soluzione migliore. Quello che non devono fare è giocare da soli e/o tenere ferma la palla. Le scelte in campo devono sempre stare “nel sistema” per permettere a tutti di riconoscerle e giocare allo stesso modo.

Baio: Domanda complicata, credo che il talento vada lasciato libero di esprimersi, ma poi bisogna essere bravi a non confondere il talento con la frenesia. Col tempo, conoscendoci, troveremo il nostro equilibrio.
Bullo: Dobbiamo essere bravi come staff tecnico ad esaltare le caratteristiche di ogni giocatore. La cosa importante sia in attacco che in difesa è la collaborazione. Aiutarsi in difesa e far circolare il più possibile la palla in attacco, lasciando dove è possibile spazio ad individualità che possono portare vantaggi alla squadra.   

Lo sappiamo che non volete fare nomi, e per questo vi chiediamo di farlo: chi vi ha più impressionato dei nuovi acquisti? 

Simo: Marco Uva. Marco ha una passione smisurata per il suo lavoro ed ha portato diverse novità a livello di preparazione atletica.

Baio: Non faccio nomi perché tutti loro, nuovi e vecchi, stanno lavorando bene. Siamo una squadra e non devono impressionare me: hanno tutti la mia fiducia.

Bullo: Tutti i nuovi arrivati mi hanno impressionato positivamente, per disponibilità e atteggiamento. Se devo fare un nome dico Brandani: mi era stato descritto come un tiratore, ma grazie alla sua visione di gioco e ad un ottimo trattamento di palla in campo può fare tante cose.

Squadra nuova, ma già affiatata: come si costruisce (e si alimenta) una chimica positiva? 

Simo: Questo è sicuramente merito loro, stanno bene insieme. Sarà importante nei momenti di difficoltà, ma ancora più importante sarà essere franchi e diretti negli spogliatoi, perchè in campo si deve remare tutti dalla stessa parte.

Baio: Queste sono sensazioni, e al momento sembrano positive. Ma il campionato è lungo e le difficoltà vere devono ancora arrivare: vedremo più avanti.

Bullo: Allenandosi duramente. Il segreto sta nel non avere alibi, anche dopo una sconfitta è importante avere la consapevolezza di avere preparato la partita al meglio.

L’anno scorso la salvezza ve la siete sudata, eppure come ogni anno c’è stato il solito rimescolo di squadre ripescate, retrocesse e promosse senza merito: vi cambia qualcosa o lo sguardo resta all’obiettivo?

Simo: Queste modalità sono sinceramente vergognose, uno dei tanti mali della pallacanestro italiana (a tutti i livelli). E’ molto spiacevole che il risultato sportivo conti poco o nulla nella definizione di un campionato, però noi proviamo a pensare al nostro orticello cercando di essere coerenti: si fa la categoria che ci si è guadagnati sul campo, senza scorciatoie. 

Baio: Il nostro obiettivo era e rimane sempre lo stesso: iniziare un nuovo ciclo. Strada facendo vedremo quale sarà il nostro valore e quello degli avversari, e da lì parleremo di classifica.

Bullo: A Molinella non viviamo lo sport in questo modo. Penso sia fondamentale in un percorso di crescita di una società guadagnarsi le vittorie sul campo. Solo con delle basi solide si può pensare di durare nel lungo periodo.

A proposito di obiettivo: l’obiettivo stagionale?

Simo: Chiaramente la salvezza è imprescindibile, bisogna consolidare al più presto la classifica e sappiamo quanto sia difficile. Poi però speriamo di toglierci delle soddisfazioni…

Baio: Ho già risposto prima.

Bullo: Come ogni anno a Molinella, fare meglio della passata stagione.

Baio ha sempre definito Molinella la sua (seconda) famiglia e la sua (prima) casa (è sempre qua), quanto vi sentite legati a questi territori? 

Simo: Sicuramente ho trovato persone fantastiche, persone vere, che non promettono la luna e rispettano i patti. Questo per me è già il massimo che si possa desiderare in questo contesto.

Baio: Posso aggiungere a quanto detto prima che, oltre alle opportunità cestistiche, sono molto legato alle persone che abitano in questi territori.

Bullo: Personalmente mi sento molto legato. Dopo tanti anni passati a Molinella penso che non potrei più fare a meno del lavoro in palestra, dell’adrenalina pre-partita e delle grandi gioie che ho condiviso con tanti splendidi gruppi.

 

Alla fine i Baraonda Boys saranno di nuovo sugli spalti a supportarvi: quanto conta questo aspetto in categorie non professionistiche? 

Simo: FONDAMENTALE!!! Non lo dico per compiacerli, è la realtà. Sono ragazzi straordinari che ti mettono una carica incredibile, e ti responsabilizzano: anche in C2, anche se non siamo professionisti, devi venire a Molinella e dare il 110% perchè sai che c’è un gruppo di ragazzi che il sabato pomeriggio ti dedica del tempo, ti sostiene e ti rende ciò che fai per passione immensamente più bello.

Baio: Fondamentale per noi: ci danno una grande carica, per me sono amici ed è sempre un piacere vederli sugli spalti.

Bullo: Sono il nostro sesto uomo in campo. Non a caso le nostre più grandi prestazioni degli ultimi anni sono arrivate quando sugli spalti avevamo il supporto dei Baraonda. Spero quest’anno di ripagare il loro calore con un campionato emozionante.

Ramini viene da un infortunio alla caviglia, Ranzolin e Brandani sono talentuosi ma devono ancora trovare il proprio posto nel mondo, Guazzaloca è stato ad un passo dalla B ma ora bombarda per Molinella; Capobianco e Frignani sono dei motorini sempre a spasso per la Serie D, mentre Regazzi cerca spazio, fiducia e una mandibola nuova, chiudendo con Checcoli che, dopo anni di esperienze in D, è tornato a Molinella per dare una mano alla squadra. E poi ci sono Frazzoni, Zuccheri, capitan Lanzi, insieme agli under Spisni e Menna. E’ la squadra che avevate in mente?

Simo: Sembra incredibile, ma sì! Con il budget a disposizione questi erano gli obiettivi e devo dire che siamo andati oltre le più rosee previsioni di inizio estate. Qui grande merito a Francesco per l’immenso lavoro estivo, ma anche al presidente Dovesi per aver cercato in tutti i modi di accontentarci.

Baio: È il gruppo che sono contento di avere in palestra, il mercato nelle minors è una giungla e Frank ha portato a Molinella degli ottimi ragazzi.

Bullo: Ad inizio mercato i nomi che sono circolati in orbita Molinella sono stati tanti, e sembrava pure chiuso un accordo con una società ferrarese per il prestito di alcuni giocatori, ma sono nati alcuni problemi che non ne hanno permesso l’arrivo. Fortunatamente, andato male il piano A, eravamo pronti con un piano B. Tutti i giocatori presenti in squadra sono stati fortemente voluti dallo staff tecnico e dal direttore sportivo, è stata assemblata una squadra profonda, con due giocatori di qualità per ruolo che grazie alla loro duttilità e caratteristiche tecniche possono ricoprire più ruoli.

 

A Molinella ci sono un sacco di soldi o che? Come si costruiscono le squadre nel 2017? 

Simo: Siamo pieni di “Baiocchi”! A parte le battute credo che i fattori siano diversi: la chiarezza di idee, la serietà con cui si fanno le cose, l’ambiente che ti coinvolge, i Baraonda che ti sostengono. Tutti ingredienti per divertirsi giocando a pallacanestro.

Baio: Fare la serie C per Molinella è un grandissimo sacrificio, Sergio e Frank lavorano come matti per metterci nelle migliori condizioni possibili. Il budget non è un argomento che mi riguarda ma vi assicuro che qua si fanno i miracoli.

Bullo: Programmazione, programmazione, programmazione. Ovviamente non possiamo competere con budget di realtà più importanti della nostra, ma il segreto sta nelle tempistiche. Monitorare durante l’anno più giocatori possibile, cercando di scovare elementi di qualità o che possano essere adatti per le nostre esigenze e il nostro ambiente.

 

Come vi vedete da qui a 5 anni (sportivamente parlando)?

Simo: E chi lo sa?! Credo nessuno di noi abbia velleità di professionismo, quindi l’importante è trovare realtà con entusiasmo, solide e serie.

Baio: Non lo so, onestamente. Sportivamente parlando ragiono di settimana in settimana, preparando una partita alla volta.

Bullo: Mi auguro in un Molinella consolidato in serie C (magari gold) e di fare ancora parte di questo progetto.

Gli urli di squadra spesso nascono da situazioni particolari e poco comprensibili, ma “A Molinella…Ceres!” è davvero curioso: da dove nasce?

Simo: Credo nasca dalla Squadra in promozione di 5 anni fa, il primo anno di Baio. Diciamo che in quel periodo la bevanda preferita in spogliatoio, e non solo, non era l’acqua.

Baio: Non lo so , sono cose dello spogliatoio in cui io solitamente non metto bocca.

Bullo: Urlo che nasce nell’anno in cui giocavamo in Promozione. Per molti di quel gruppo fantastico la birra dopo gli allenamenti era un momento da prendere con la massima serietà.

 

 

Nello staff è entrato Marco Uva come preparatore atletico, che seguirà la squadra anche in campionato: com’è cambiato il vostro approccio agli allenamenti e alle partite, avendo a fianco una figura del genere?

Simo: Si è arricchito di una figura con competenze specifiche che ci aiuta nella preparazione fisica; Marco è preparatissimo e pieno di entusiasmo, se i ragazzi continueranno a seguirlo i risultati confermeranno le sue teorie. Cambiamenti per ora ci sono solo negli aspetti metodologici, vedremo più avanti i primi risultati.

Baio: Marco ha portato tantissima competenza, e ci sta dando spunti e idee in continuazione. Siamo contentissimi che abbia accettato di lavorare con noi.

Bullo: Marco è una piacevole sorpresa di questo inizio di stagione. È un ragazzo estremamente disponibile, e il suo approccio professionale, legato ad una grande conoscenza della materia, penso possano esserci di grande aiuto per tutto l’arco della stagione. Rispetto agli anni precedenti, alla parte atletica è dedicato più tempo, e l’obiettivo è quello di avere i ragazzi in forma per tutto il campionato.

Siete contenti? Se sì, perchè?

Simo: Di questa prima parte moderatamente; abbiamo un super gruppo, con molto talento e ragazzi molto disponibili: però al momento la fase difensiva non è ancora solida come vorremmo e da quella non possiamo prescindere.

Baio: Sono sempre contento quando posso stare in palestra a parlare di basket.

Bullo: Contento del gruppo che si sta formando, penso che abbia ampi margini di miglioramento: per un allenatore e il suo Staff non c’è niente di più stimolante.

Molinella è basket, passione, una comunità unita e particolare, che guarda al futuro. Può arrivare lontano, secondo voi?

Simo: Secondo me può ambire, come piazza, ad un gradino più alto. Ma per far questo bisogna costruire solide basi; un settore giovanile credibile, degli allenatori preparati, una società che sta al passo con i tempi e le esigenze attuali dei ragazzi. Lavoro che la dirigenza ha iniziato ad impostare, ma ci vuole tempo.

Baio: In questi anni abbiamo dimostrato che si può crescere e migliorare sempre; è ovvio che più si sale più è difficile, ma con tanto lavoro e passione ci possiamo togliere ancora tante soddisfazioni.

Bullo: Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro incredibile: settore giovanile in costante crescita e una prima squadra che ha raggiunto risultati importanti. La strada che si sta percorrendo è quella giusta e penso che nel giro di pochi anni in prima squadra ci potranno essere molti ragazzi di Molinella.

 

Molinella Media Staff