Macchè faccia d’angelo, riccioli d’oro e tutto il resto: dietro a quegli occhi azzurri, che più azzurri non si può, ci sta un guerriero che lotta, cade, si rialza e non molla mai.

E vi pare poco?

E’ così che Piero Zuccheri – ala classe ’94, al suo 3° anno in rossoblù, alla corte di coach Baiocchi – è diventato pedina fondamentale ed interprete ideale del gioco proposto dallo staff molinellese.

Difesa, agonismo ed energia, ma anche punti – 4,4 di media – e soprattutto rimbalzi, senza mai fare passi indietro, anche a fronte di totem che la categoria dovrebbero dominarla (Mancin, Ciavolella, Sangiorgi e Cervi, per citarne qualcuno).

La faccia tosta sotto a uno sguardo placido e corretto, che in campo si trasforma e viene arso dal sacro fuoco della competizione.

 

Faccia pulita, lavoro sporco (nel senso buono, ovviamente): cosa porti a questa squadra?

PZ: venendo da un anno in cui – tra una cosa e l’altra – ho giocato due mesi, credo di aver accumulato tanta voglia e tanta grinta da dare a questa squadra ogni volta che ne ho l’occasione. Quando Baio, durante una partita, mi manda sul cubo dei cambi mi dà spesso una sola e chiara indicazione: “energia”. Mi piace molto essere associato a questa parola, e per questo cerco sempre di tornare in panchina avendo dato tutto il possibile per la squadra.

 

In cosa senti tuo questo primato in classifica?

PZ: credo che il primato in classifica lo senta un po’ suo ognuno dei presenti nel nostro spogliatoio. Ed effettivamente è così: tutto quello che stiamo facendo è merito del lavoro che, insieme allo staff, facciamo ogni settimana in allenamento. E’ importante gioire per le vittorie ma rimanere sempre concentrati sul nuovo obiettivo; bisogna continuare a lavorare duro, step by step, e alla fine si vedrà.

Sei uno dei pochi molinellesi che gioca a Molinella: cosa si prova?

PZ: non per sminuire Molinella ma ci tengo a precisare che sono di Selva Malvezzi (borgo medievale del fine 1400 che consiglio a tutti di visitare qualora non l’avessero fatto). A parte gli scherzi è una bella soddisfazione: i primi anni di basket li ho giocati a Molinella e il sabato sera andavo sempre a vedere le partite della serie D di allora, squadra in cui giocavano gli stessi Baio e Bullo; sono contento ora di aver preso il loro posto, sperando che i bambini che vengono a vederci il sabato possano un giorno prendere il posto a me.

 

Sei anche istruttore giovanile, sempre in rossoblù: come vivi questa situazione?

PZ: eh si, ormai è il terzo anno che oltre a giocare alleno i bambini. Devo dire che mi piace molto passare il pomeriggio in palestra con i miei bimbi, è una delle cose che preferisco in assoluto, e spero di trasmettere tanto a loro sia a livello di pallacanestro che a livello umano, perché ammetto che io a stare in palestra con loro imparo molto. La vivo benissimo, vedo sempre molti dei miei ragazzi/bimbi che vengono a vedere le partite, bravi! Continuate a venire e convincete altri compagni di squadra a venire con voi: abbiamo bisogno di tifo!!

Cosa ti piace nell’allenare i bambini? Come ti poni nei loro confronti?

PZ: mi piace molto allenare la loro testa per capire cosa possono fare, a ragionare azione dopo azione in base a quello che trovano in campo; a far diventare ogni giocatore un giocatore autonomo e responsabile, sia dentro che fuori dal campo, per cui quando alleno non indico mai una sola soluzione giusta per far le cose, ma prima di correggere chiedo ai miei giocatori cosa avrebbero potuto fare di diverso per stimolarli a pensare e non ad eseguire.

Maestro Piero oggi, Coach Piero domani? Ti piacerebbe continuare e prendere la tessera base?

PZ: mi piacerebbe molto continuare la strada da allenatore, quest’anno ho fatto il corso di allievo e il primo anno da allenatore minibasket, penso che il prossimo step sarà proprio il corso da allenatore di base e il secondo anno del corso minibasket.

Ritorniamo alla C Silver: qual è la forza di questo gruppo?

PZ: ho capito subito l’anno scorso che questo gruppo aveva qualcosa di speciale. Dalla semplicità con cui in spogliatoio si ride e si scherza su milioni di cose alla serietà e l’impegno con cui si affrontano allenamenti e partite. Purtroppo non essere arrivati all’obiettivo prestabilito per un soffio ha sconfortato tutti l’anno scorso (mi ricordo ancora le facce di tutti, a cena dopo la partita con Castenaso, all’ultima giornata), ma allo stesso tempo ha dato a tutti la carica e la voglia per rimanere e provare di nuovo a fare quello che ci era sfuggito per cosi poco. La forza è questa, il provare a migliorarsi giorno dopo giorno, facendolo in palestra con persone che sono più di semplici compagni di squadra.

Guardandoti giocare, è impressionante l’energia e l’attività che hai nel corso del match: dove trovi le forze, gli stimoli e le energie per giocare così a 100 all’ora?

PZ: guardando la Fortitudo al Paladozza fin da piccolo ho sempre visto quanto l’energia e la ‘fotta’ di un giocatore siano importanti e possano fare la differenza. Se è importante ad alti livelli penso che sia molto importante anche a livelli più bassi come in questo caso il campionato di C Silver. Quindi indipendentemente da come possa andare una partita, da quanti punti segno o quanti canestri sbaglio cerco sempre di non calare mai l’intensità del mio gioco, sporcare due palloni in più o prendere due rimbalzi, può essere anche una giornata no, ma l’energia che uno mette in campo è solo questione di testa e di voglia e quella cerco di non farla mancare mai alla squadra.

Le prendi e le dai, ma sei tutt’altro che battezzabile al tiro: in cosa ti senti migliorato? E su cosa, invece, devi ancora lavorare?

PZ: mi sento migliorato sul piano dell’intensità con cui sto in campo, due anni fa quando sono arrivato qui ero molto meno intenso, almeno per come la vedo io. Per quanto riguarda il migliorare ci sarebbero tante cose, un tiro più affidabile o qualche movimento spalle a canestro. Spesso lavoro con lo staff su queste cose e col tempo speriamo diano i loro frutti.

Sei uno dei lunghi di questa squadra, da fuori ci sembra di aver capito che tu e Frignani siete intercambiabili. Ma, di fatto, cosa ti sta chiedendo Baio e lo Staff? Come traduci in campo le loro richieste?

PZ: come dicevo prima spesso le indicazioni dello staff nei miei confronti sono quelle di dare energia di alzare l’intensità soprattutto in difesa, ma anche in attacco correndo e allungando il campo appena recuperiamo la palla.

 

Dai sempre prova di grande carattere e intensità difensiva: basterà questo per mantenere Molinella in vetta?

PZ: no, in assoluto credo che non basti fare quello che stiamo facendo adesso per mantenere la vetta. Dall’inizio dell’anno ad ora abbiamo avuto un miglioramento costante nel tempo, sia come squadra che come singoli, e credo che il trucco per rimanere lassù sia continuare a migliorare giorno dopo giorno, partita dopo partita. Abbiamo ottenuto la vetta con fatica e impegno e per riuscire a mantenerla sarà necessaria la stessa ricetta, abbiamo voluto la bicicletta, ora dobbiamo pedalare.

Questo è il tuo terzo anno a Molinella, ma di basket ne hai visto e vissuto anche lontano dalla torre pendente: cosa ti ha portato lontano, allora? E cosa ti ha spinto a ritornare, 2 anni fa?

PZ: andai via da Molinella quando facevo la seconda media, per giocare in Virtus con Tugnoli e Checcoli; da lì ho giocato a Budrio, Medicina, San Lazzaro fino ad arrivare alla prima esperienza senior a Castenaso, dove coach Castelli mi fece esordire in C2. Sono rimasto lì per 4 anni e dopo aver vinto il campionato a Castenaso sono passato alla Salus di coach Giuliani, con cui ho giocato per due anni. Quindi si, ho girato abbastanza lontano da Molinella e tre anni fa tra l’entusiasmo che portavano i Baraonda e la promozione in Serie C mi ha convinto fosse il momento giusto per tornare ad indossare i colori rossoblù.

Segui il Bologna, ma soprattutto la Fortitudo: se ti dovessi paragonare ad un giocatore biancoblù, chi saresti?

PZ: ah, domanda davvero difficile. Direi Gandini, che ha giocato in Fortitudo negli ultimi due anni: giocatore non estremamente tecnico, non atletico ma che con astuzia e voglia dava battaglia sotto canestro,  spesso tirando fuori 3/4 rimbalzi in attacco o un canestro e fallo. Tiro non eccellente ma può far canestro anche lui, direi che fra i tanti, quello a cui assomiglio di più è lui.

La tua bestia nera in allenamento è…?

PZ: questa invece domanda molto facile, senza dubbio Mattia Billi. Giocatore spigoloso e difficile da marcare, un paio di mesi fa per fermarlo ho dovuto fargli un occhio nero durante un allenamento (ovviamente non apposta, o almeno così pensa lui..).

Siamo alla fine Piero, un messaggio per i nostri tifosi!

PZ:: è sempre bello giocare davanti a un pubblico generoso come quello di Molinella, quindi continuate a venire numerosi e a starci vicino che ne abbiamo bisogno, non ve ne pentirete!

 

 

Molinella Media Staff